BUREAU OF PUBLIC SECRETS


 

 

Porta d’ingresso ai vasti domini

Letture consigliate, dalla letteratura alla rivoluzione


(Introduzione)

Ho sempre amato leggere, e mi hanno sempre incuriosito i libri che piacevano agli altri. Quali erano le loro personali preferenze? Quali libri li hanno influenzati di più? Quali sono quelli che sceglierebbero se si trovassero bloccati su un’isola deserta? Quali raccomandano più caldamente, e perché?

Spesso mi sono stati chiesti dei consigli. Ho pensato che potrebbe essere interessante stilare un elenco generale dei libri che mi entusiasmano di più.

Questo progetto mi ha impegnato per un anno. Ho riletto dozzine di libri e riesaminato centinaia di altri per vedere se erano buoni come li ricordavo, o per comparare le traduzioni recenti con quelle che avevo letto a suo tempo. Era anche l’occasione giusta per colmare le lacune nelle mie letture — dei libri che, per una ragione o per un’altra, non avevo mai trovato il tempo di leggere, ma che ho ritenuto di dover esaminare per sapere se meritavano di essere inseriti nella mia lista.

Una volta completata la mia selezione, ho cercato di spiegare ciò che trovavo di significativo in ogni opera, e di farlo con parole mie. Dato che Kenneth Rexroth ha detto tante cose eccellenti su un bel numero di opere che ho incluso (e in molti casi era stato lui a spingermi a leggerle), sarebbe stato fin troppo facile citare le sue note in extenso. Ho deciso così di non tenerne conto (a parte una o due brevi eccezioni). In compenso, ho inserito numerosi collegamenti ai saggi di Rexroth presenti su questo sito web e che vi si riferiscono.

I miei commenti non pretendono di essere esaustivi, ma puntano semplicemente a segnalare alcune delle ragioni per cui voi potreste leggere queste opere. Alcune sono discusse più ampiamente perché sono meno conosciute, mentre i classici famosi possono richiedere solo una o due frasi, in particolare quando la mia opinione non differisce da quella generale dei lettori e dei critici, che hanno descritto i loro meriti meglio di quanto io possa sperare di fare.

La parte letteraria dell’elenco non è, infatti, molto originale. Molte delle mie scelte si ritrovano in altre liste (vedi la sezione “Books on Books” e l’Appendice I). Il fatto che differenti tipi di persone di epoche e di luoghi differenti tendano nondimeno a scegliere all’incirca le stesse opere è una conferma della loro universalità e della loro perdurante rilevanza.

Le principali differenze si trovano nelle altre sezioni. La maggior parte degli elenchi di opere consigliate sono soprattutto letterari, comprendendo forse alcune opere storiche e filosofiche, qalcuna di teoria sociale, e ancora meno di teoria radicale. Invece questa lista contiene quasi altrettante opere di analisi sociale radicale che di letteratura. Vi sono un certo numero di opere che toccano altre aree nelle quali ho un particolare interesse, come per la scienza e il buddismo zen, oppure per l’intrattenimento più leggero (romanzi polizieschi, di fantascienza, umoristici, a fumetti). È una selezione personale, non un “canone”.

I radicali possono domandarsi perché tutta questa letteratura o perché tutti questi studi sul buddismo. Coloro che praticano lo Zen o gli appassionati di letteratura possono domandarsi perché tutti questi libri sulla rivoluzione. Quali che siano le vostre tendenze, spero che coglierete l’occasione di esplorare le aree nelle quali non avete già familiarità.

Non ho presentato nessuna “analisi radicale” di questi testi. Ma non si deve ritenere che mi trovi d’accordo con essi soltanto perché non faccio critiche. Presumo che i lettori siano dotati di una sufficiente prospettiva storica per non scandalizzarsi se un’opera vecchia di qualche secolo non segue gli ultimi dettami del politicamente corretto. Solo coloro che ignorano la storia immaginano che popoli di epoche passate potessero, e avessero dovuto, vivere secondo gli standard correnti (compreso l’uso di una fraseologia approvata ufficialmente che probabilmente sarà sorpassata tra cinque o dieci anni). Si tratta di sapere ciò che quei popoli hanno fatto nelle situazioni in cui si trovavano. Se foste capaci di di mettervi al loro posto — e non potrete sperare di farlo senza leggere la loro storia e la loro letteratura — scoprireste che i loro dilemmi non differivano tanto da quelli che dobbiamo fronteggiare oggi.

Quando vedete, per esempio, che persone intelligenti e ben intenzionate di altre epoche erano capaci di pensare che la schiavitù era normale o che le donne erano per natura inferiori agli uomini, voi vi rendete conto che le opinioni più illuminate che sono prevalse in seguito hanno richiesto secoli di lotte, e che voi probabilmente non avreste fatto di meglio se foste stati in quella stessa situazione; e che voi e i vostri contemporanei avete forse degli ottenebramenti che sembreranno altrettanto pazzeschi alle future generazioni. Ciò non implica che dobbiate cessare di combattere i mali esistenti in nome di un “relativismo culturale” vigliacco, ma che potete combatterli con un po’ più di umiltà e un po’ meno di autocompiacimento.

Personalmente, trovo la maggior parte della letteratura “radicale” trita e noiosa, anche se simpatizzo per i suoi obiettivi. Troverete alcune opere letterarie “radicali” in questo elenco, ma soltanto perché si tratta di documenti di grande ricchezza umana, non a causa del loro messaggio sociale. I veri classici sono radicali non perché preconizzano il rovesciamento del capitalismo, ma perché riflettono i valori più fondamentali della vita umana, valori che implicitamente contraddicono i sistemi sociali che disumanizzano e alienano il popolo. Una delle ragioni per le quali la gente vi ritorna continuamente è che essi sollevano questioni difficili invece di offrire facili risposte.

Per ragioni simili, non mi sono sforzato di presentare un “bilancio” politicamente corretto. Virginia Woolf aveva ragione a segnalare (in Una stanza per sé) che se Shakespeare avesse avuto una sorella dotata quanto lui, lei non avrebbe avuto le stesse opportunità di coltivare quei doni. Resta il fatto che, poiché la maggior parte delle donne (e della gente di colore, delle classi inferiori, ecc.) non avevano simili opportunità fino ad un’epoca recente, la grande maggioranza dei libri più essenziali, sono stati scritti da “maschi europei bianchi morti”. Non si risolve quest’ingiustizia storica pretendendo che non sia così. La citazione seguente, riguardo ai primi tra quei “maschi europei bianchi morti”, cioè gli antichi Greci, si applica altrettanto bene alle opere classiche di ogni epoca e di ogni luogo:

Il primato dei Greci nel Pantheon della letteratura occidentale non è né un caso né il risultato di una decisione imposta da un’autorità superiore; è il riflesso del valore intrinseco di quegli scritti, della loro originalità e del loro genio. Non è stato un ukase accademico a rendere la traduzione per “Penguin” dell’Odissea di E.V. Rieu, uno dei grandi best-seller della storia editoriale, e i registi e gli sceneggiatori che ritornano ossessivamente sui capolavori del teatro greco non sono guidati dagli imperativi ideologici della classe dominante.
      Quanto al curriculum scolastico multiculturale che è l’ideale degli accademici radicali di oggi, non c’è evidentemente nessuna obiezione fondata all’inclusione di nuove opere che offrano una prospettiva più ampia allo studente. Ma queste opere entreranno in competizione con le antiche, e se non sono allo stesso livello, presto o tardi saranno rifiutate con disdegno dagli studenti stessi; solo un regime totalitario può imporre lo studio continuo di testi mediocri o di filosofie marginali. Finché si lascerà libero corso all’idea greca della competizione, non ci sarà alcun bisogno di preoccuparsi sul posto futuro dei Greci nei programmi scolastici. Anche se sono temporaneamente tralasciati in certi settori, essi ritorneranno; in effetti, potrebbero guadagnare un pubblico più largo proprio perché testi rigettati. Hanno resistito al passare del tempo — più di duemila anni — e sono diventati un elementodi base del nostro carattere, della nostra natura. [Bernard Knox, The Oldest Dead White European Males I più antichi defunti maschi europei bianchi]

Naturalmente vi è una preponderanza di libri britannici e americani in questa lista, dato che è la mia cultura. Ma vi è anche un buon numero di opere francesi perché leggo il francese, e un buon numero di opere cinesi e giapponesi perché si dà il caso che siano di mio gusto. Qualcun altro avrebbe potuto, con uguale giustificazione, inserire più opere tedesche o spagnole o arabe o africane. Delle donne avrebbero scelto probabilmente più autrici femminili. Ma loro possono discutere di tali autrici meglio di me. Se non siete soddisfatti di ciò che è inserito od omesso qui, vi incoraggio a pubblicare le vostre raccomandazioni.

Altri includerebbero più opere recenti. In effetti, io penso che, dopo i situazionisti e il Maggio ’68, la creatività più innovatrice, abbia teso a prendere delle forme non letterarie. Ho letto pochissima letteratura post-1970, e nella maggior parte non l’ho trovata molto interessante. Ci sono senza dubbio alcuni buoni scrittori recenti che ho ignorato, ma ad ogni modo gli scrittori contemporanei sono già abbastanza discussi.

Per ragioni un po’ diverse, ugualmente non ho inserito quasi nessuna opera politica successiva al 1970 (vedi la nota all’inizio della sezione “Modern History and Revolution”).

Quest’elenco può far conoscere alle persone istruite qualche libro che non conoscono, o forse dare loro una nuova prospettiva su ciò che hanno già letto. Ma tali persone non hanno un gran bisogno di questo tipo d’informazione. Quando si ha familiarità con alcune delle opere più importanti, non è difficile trovare la propria strada verso ulteriori esplorazioni. La mia preoccupazione primaria — la cosa che mi ha ispirato più di ogni altra nel realizzare questo elenco — è il numero decisamente più elevato di persone, in quest’epoca di crescente ignoranza, che ha letto poche o nessuna di queste opere.

Come ha notato Guy Debord, negli ultimi decenni “il dominio spettacolare ha potuto educare una generazione piegata alle sue leggi” (Commentaires sur la société du spectacle — Commentari sulla società dello spettacolo). Egli in seguito ha notato che “la lettura resta l’unica porta d’ingresso rimasta ai vasti domini dell’esperienza umana pre-spettacolare”. Spero che questo elenco aiuti la gente a fuggire i modelli spettacolari e a cominciare da sé ad esplorare questi domini.

Fortunatamente, la lettura dei grandi libri del passato, benché talvolta impegnativa, è una delle attività più soddisfacenti della vita. Nel momento attuale, è anche una delle rare attività che restano accessibili a quasi tutti, ricchi o poveri, giovani o vecchi, malati o in buona salute, incarcerati o liberi. La grande maggioranza di questi libri si trova nelle biblioteche pubbliche o nelle librerie d’occasione. Molti sono archiviati sulla rete. Un numero rispettabile di essi può essere ottenuto anche in carcere dove un numero sempre crescente di noi viene imprigionato da un sistema sociale sempre più malato.

Alcuni dicono di non avere il tempo di leggere — e tuttavia ogni giorno passano ore a consumare le imbecillità ben poco soddisfacenti propinate dai mass media.

Altri leggono un numero rispettabile di libri, ma raramente arrivano a leggere quelli che sono i più grandi, dato che sono occupati in permanenza a cercare di seguire il rinnovamento continuo delle mediocri novità librarie che le campagne pubblicitarie impongono come dei must, prima di essere dimenticati l’anno seguente.

Se avete poco tempo per la lettura, a maggior ragione si devono leggere i libri migliori ora.

Vi prego di non scoraggiarvi per il numero di libri che ho raccomandato. Siate felici che ce ne siano tanti di buoni da leggere!

KEN KNABB
Ottobre 2004

 


Versione italiana della Introduzione a Gateway to the Vast Realms, traduzione dall’inglese di Omar Wisyam.

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